La musica dal vivo è innanzitutto un’esperienza emozionante per chi l’ascolta e ancor più per chi la interpreta. Nella definizione “dal vivo” gli automatismi computerizzati o ancor peggio le basi preregistrate sono escluse a priori; parliamo quindi di musica realmente suonata e cantata in diretta da tutti i partecipanti la formazione.

Solo in questo modo è infatti possibile raggiungere il cuore dell’emozione musicale.

Quando c’è coinvolgimento emotivo dei musicisti all’opera, di qualsiasi livello di bravura purché sinceri, è molto facile che i sentimenti evocati dai brani suonati come fiducia, sofferenza, passione o aspettativa vengano trasmessi a chi ascolta, grazie ad uno dei più validi e intensi veicoli di emozione che è la musica stessa.

E non finisce qui.

L’ascoltatore è anche parte attiva in questo particolare tipo di comunicazione; il semplice battere del tempo, impercettibili movimenti del capo, espressioni del viso sintonizzate con quelle del solista, sono tutti segnali che vengono ricevuti da chi sta suonando. Una sorta di ricompensa che in realtà vale, per chi suona, molto più dell’applauso finale.

s.m.

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